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Roberto Benigni: una carriera che ruggisce ancora

oscar roberto benigni 2Roberto Benigni è il Leone d’oro alla carriera della 78/A Mostra Internazionale del Cinema di Venezia: ad annunciarlo è la Biennale. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del direttore della Mostra Alberto Barbera. “Il mio cuore è colmo di gioia e gratitudine” ha commentato lo stesso Roberto Benigni che pare non si aspettasse il riconoscimento. “È un onore immenso ricevere un così alto riconoscimento verso il mio lavoro dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia”. Dall’oscar per La Vita è Bella al Leone di Venezia quella di Benigni è una carriera che ruggisce ancora.
Alberto Barbera direttore della Biennale Cinema di Venezia ha detto: “Sin dai suoi esordi, avvenuti all’insegna di una ventata innovatrice e irrispettosa di regole e tradizioni, Roberto Benigni si è imposto nel panorama dello spettacolo italiano come una figura di riferimento, senza precedenti e senza eguali”

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#Ricominciamo: le norme per riaprire anche in zona rossa

cinema vuoto covidLa voglia di riaprire e di ricominciare è tantissima. Pronto per essere sottoposto a Governo e Cts il documento predisposto dalle Regioni per le riaperture, norme che prevedono le riaperture coi protocolli della zona rossa e soprattutto anche a cena.

Ristoranti aperti a pranzo e cena, via libera al rientro in palestra e piscina così come si potrà tornare a guardare un film al cinema o uno spettacolo a teatro e a sentire un concerto dal vivo a prescindere se ci si trovi in zona gialla, arancione o rossa. È questo l’intento delle linee guida per le riaperture (quando saranno autorizzate ndr.) elaborate dalle Regioni e che saranno sottoposte all’esame di Governo e Cts.

Molte le misure in comune, come il predisporre un’adeguata informazione, mettere a disposizione dispenser con prodotti igienizzanti per l’igiene delle mani, favorire il ricambio dell’aria, privilegiare l’ingresso con prenotazione, frequente pulizia e disinfezione delle aree comuni e possibilità di misurare la temperatura escludendo l’ingresso a coloro che hanno oltre i 37,5°.

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Burioni: “I teatri all’aperto possono riaprire”

Burioni 720x451 1“I dati indicano che il contagio all’esterno è molto raro. Perché – con l’arrivo della bella stagione – non riaprire subito bar, ristoranti e pure teatri all’esterno, non lesinando autorizzazioni? A me non dispiacerebbe cenare fuori o assistere a un concerto con il cappotto!”
Questa dichiarazione è proprio di oggi pomeriggio 13 Aprile 2021 dall’account twitter di Roberto Burioni uno dei virologi più famosi e più impegnati nella lotta al Covid.
Dopo la notizia del ministro Franceschini si allarga lo spiraglio su una possibile riapertura, sempre in sicurezza della stagione estiva dello spettacolo italiano. #Ricominciamo , l’hashtag con cui il Premio Ausonia e tutti gli operatori dello spettacolo stanno chiedendo una nuova stagione di possibilità e di sicurezza anche durante la prossima estate, che dovrebbe anche avere, ricordiamo, un numero più consistente di vaccinati, sembra diventare sempre più una possibile realtà e non solo un auspicio.

 

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Dario Franceschini - Ministro della Cultura

Franceschini: Lo Spettacolo deve #ricominciare!

Dario Franceschini 2

Anche il Ministro della Cultura Dario Franceschini si unisce al grido d’allarme lanciato dal Premio Ausonia e dai tantissimi operatori dello spettacolo circa lo stato disastroso del settore. In un momento dove vediamo proteste violente dei ristoratori – condivisibili parzialmente nelle richieste ma assolutamente da condannare nei modi – nessuno si ricorda che quello dello spettacolo è un settore terribilmente colpito e con un indotto molto grande. Si tratta di cinema, teatro, spettacoli dal vivo, tutti gli eserciti, tecnici, maestranze e molti altri con le loro famiglie. Il Premio Ausonia sta conducendo una campagna di sensibilizzazione ben sapendo comunque che stiamo vivendo a contatto ancora con la pandemia.

Franceschini ha parlato di raddoppiare le presenze massime consentite per gli spettacoli sia all’aperto sia al chiuso e soprattutto di coinvolgere le Regioni per trovare il modo di sperimentare eventi aperti anche a qualche migliaio di persone, sul modello del concerto di qualche giorno fa a Barcellona, da accompagnare con misure di sicurezza in più il cui costo non ricada però né sul pubblico, già difficile da convincere a partecipare, né sugli esercenti, già troppo provati dalla crisi economica. Ma comunque spingere per quanto si può sulle riaperture, dopo il 30 aprile, perché il settore è allo stremo, non ce la fa più e per la sua importanza anche per l’economia del Paese, “deve essere considerato “essenziale al pari della scuola”.

Lo Spettacolo e la Cultura sono settori vitali per questo paese, sono quelli che compongono elementi essenziali del nostro brand per il quale siamo conosciuti nel mondo.

Si è parlato di tampone all’entrata di teatri e cinema scatenando molte proteste. Il ministro sparge acqua sul fuoco e smentisce questa eventualità. Per questo tipo di spettacoli, le precauzioni rimarranno quelle alle quali ci siamo tutti già abituati, dall’obbligo della mascherina al divieto di mangiare in sala, il divieto di assembramento, le distanze. Puntando ad aumentare la capienza fissata dagli attuali protocolli, che prevedono di poter riempire le sale al 25 per cento con un massimo di 200 persone al chiuso e 400 all’aperto. Anzi chiedendo di raddoppiarla. Le precauzioni ulteriori, l’ipotesi di richiedere un tampone, come hanno fatto in questi giorni i parchi olandesi o com’era stato per il concerto ‘apripista’ di Barcellona, entrerebbero in campo invece – questa l’idea del ministro – per eventi particolari, situazioni speciali la cui organizzazione verrebbe lasciata alla valutazione delle Regioni, concerti o manifestazioni da tenersi rigorosamente all’aperto ma aperti anche a qualche migliaia di spettatori. E il costo di queste garanzie aggiuntive, dai tamponi alle mascherine distribuite in loco, potrebbe essere sostenuto dallo Stato o dalle regioni o magari da uno sponsor, in modo da non pesare né sugli spettatori, né sugli organizzatori. Anche se l’ultima decisione spetta ai tecnici e al governo.

Dall’Agis alle circa 80 realtà promotrici del protocollo #Ricominciamo, le associazioni, che da mesi lavorano anche in collaborazione con il ministero per immaginare un futuro per lo spettacolo, restano col fiato sospeso. In queste settimane c’è stata da parte di tutti un’attività febbrile per mettere a punto protocolli, immaginare organizzazioni sostenibili. Autori, esercenti, artisti, produttori vorrebbero in realtà di più, chiedono che la capienza fissata non sia uguale per tutti, ma legata alla grandezza delle sale o dei luoghi all’aperto, che sia consentito vendere da bere e da mangiare, che si considerino la complessità e la varietà di questo settore. E che lo Stato tenga conto anche di quanto costano gli investimenti per la sicurezza e di chi non se li potrà permettere.

Si sta cercando di riorganizzare in sicurezza anche i calendari di tutte le manifestazioni di arte, spettacolo e cultura nel nostro paese, dalla Biennale di Venezia a Spoleto, festival che sono da sempre punto di attrazione per il turismo. Lo spettacolo non solo deve #ricominciare, ma merita l’attenzione che troppo spesso la stampa tradizionale non gli sta concedendo.

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