Raffaella Carrà

Ciao Raffaella! Indimenticabile.

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E’ morta Raffaella Carrà!

Se ne è andata una delle icone dello spettacolo italiano ed il Premio Ausonia si unisce al cordoglio di un’intera nazione di fronte alla scomparsa di una delle sue artiste più celebri.  L’artista aveva 78 anni. “Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”. Con queste parole Sergio Japino, suo compagno per lunghissimo tempo, ha dato l’annuncio unendosi al dolore degli adorati nipoti Federica e Matteo, di Barbara, Paola e Claudia Boncompagni, degli amici di una vita e dei collaboratori più stretti.

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Carla Fracci

Carla Fracci, addio all’angelo che sapeva lottare

fracci1“Se non punti i piedi ti sbattono come una bistecca!” Questa era una frase di Carla Fracci che ha ricordato Alessandra Ferri, anche lei oggi stella internazionale della danza che ha voluto ricordare la sua grande ispiratrice, scomparsa oggi all’età di 84 anni. La regina della danza aveva una carattere forte necessario per chi intraprende la carriera nel mondo dell’arte e dello spettacolo. “Una figura storica e leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo’, così la ricorda il teatro alla Scala di Milano. Il presidente della Repubblica Mattarella: ‘Ha onorato il Paese con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro’. Il premier Mario Draghi ha detto: ‘E’ stata una grande italiana‘. Forse è stata anche di più, come lo sono tutti coloro che diventano leggende in vita.

Nata nel 1936 a Milano, costruì la parte centrale della sua carriera studiando nella scuola di ballo della Scala, di cui poi ne diventò étoile. Figlia di un tramviere, cominciò a danzare a 10 anni alla scuola della Scala e ha tra i maestri Vera Volkova, diplomandosi nel 1954 e diventando, seguiti alcuni stage internazionali, prima ballerina tre anni dopo. Eppure l’inizio fu “per caso, su suggerimento di una coppia di amici dei genitori, che avevano un parente orchestrale appunto alla Scala di Milano. All’inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell’impegno totale mentale e fisico sino al dito mignolo” come raccontava, riferendosi al giorno in cui, affascinata dalla danza di Margot Fonteyn, aveva visto in una pausa il coreografo avvicinarsi e correggerle la posizione appunto del dito mignolo.

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