Pupi Avati

Il ritorno di Pupi Avati

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Il maestro Avati ritorna con Lei mi parla ancora

Siamo felici della notizia del ritorno del maestro Pupi Avati, che fu insignito del Premio Ausonia alla carriera nel 2020,  il 17 giugno la quarta edizione di “Castiglione Cinema 2021 – Rdc Incontra”, il festival promosso da Fondazione Ente dello Spettacolo nato quattro anni fa in occasione del 90esimo anniversario della Rivista del Cinematografo – una delle più autorevoli e con più tradizione della penisola italiana – con la finalità di far incontrare i territori con i più grandi protagonisti del mondo del cinema, della tv e del giornalismo.

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Nastri d'argento

Cinema: Nastri d’Argento, Calabria in corsa

 

Le sorelle MacalusoPer il secondo anno consecutivo e causa pandemia la cerimonia dei Nastri d’Argento si svolgerà al Museo MAXXI di Roma“immaginate la piazza del museo come un cinema l’aperto con un grande schermo” è il commento di Laura Delli Colli, presidente del sindacato nazionale giornalisti cinematografici. La cerimonia, prevista per il 22 giugno, sarà una serata più formale, giornalistica, di racconto e di informazione. Una serata che racconterà il cinema italiano dell’ultimo anno che tra varie difficoltà ha presentato film di grande bellezza e dato spazio a molti esordienti. Le cinquine dei Nastri d’Argento sono di ampio respiro e attingono anche a titoli minori che hanno lasciato un chiaro segno e che si sono fatti notare, tra tutti Il buco in testa di Antonio Capuano. Cinquine che spaziano molto tra i generi cinematografici, infatti c’è anche l’horror Non mi uccidere, regia di Andrea De Sica. Per i Nastri d’Argento 2021 questa è la 75esima edizione, un numero importante, di cui già nei giorni passati sono stati rivelati alcuni premi: il Film dell’anno è Miss Marx di Susanna Nicchiarelli; il Nastro di Platino va a Sophia Loren per La vita davanti a sé di Edoardo Ponti; il Nastro Speciale a Renato Pozzetto per Lei mi parla ancora di Pupi Avati.

 

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La panetteria di ostaggi

La panetteria di “Ostaggi”: da film a realtà!

panetteria 980x551 1Il cinema, la macchina dei sogni, la terra dell’immaginario dove la i sogni si materializzano stavolta ha fatto qualcosa di diverso! Siamo a Rende, Cosenza, nel Settembre 2020, nella piazza del centro commerciale Metropolis che si trasforma in un vero e proprio set a cielo aperto. La gran parte del film “Ostaggi” si sviluppa all’interno di una panetteria che affaccia proprio sulla piazza (ricostruita ad arte dalla produzione del film “Fenix Entertainment” di Riccardo Di Pasquale e diretto dalla giovane e brillante regista Eleonora Ivone).

Ed è proprio in questa panetteria che si sviluppa l’intera trama di un lavoro scritto bene con attori dal calibro di Gianmarco Tognazzi, Francesco Pannofino, Alessandro Haber, Vanessa Incontrada, Elena Cotta, Jonis Bascir. Un film che in questi giorni è in programmazione su Sky. Oggi però la “panetteria” non è più un set, ma realtà!

Una panetteria che in quella piazza prima del ciak iniziale non è mai esistita. E quel locale vuoto (per l’occasione è stato smantellato un negozio di telefonini) doveva diventare ,dopo il film, un negozio di abbigliamento, ma Francesco Vigna, giovane proprietario della struttura, in corsa, alla fine delle riprese cambia idea: ed ecco che nel mese di febbraio 2021 nasce una panetteria con prodotti di qualità destinata a diventare ,in questa ripartenza, un punto d’incontro per aperitivi e taglieri da sballo.

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Carla Fracci

Carla Fracci, addio all’angelo che sapeva lottare

fracci1“Se non punti i piedi ti sbattono come una bistecca!” Questa era una frase di Carla Fracci che ha ricordato Alessandra Ferri, anche lei oggi stella internazionale della danza che ha voluto ricordare la sua grande ispiratrice, scomparsa oggi all’età di 84 anni. La regina della danza aveva una carattere forte necessario per chi intraprende la carriera nel mondo dell’arte e dello spettacolo. “Una figura storica e leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo’, così la ricorda il teatro alla Scala di Milano. Il presidente della Repubblica Mattarella: ‘Ha onorato il Paese con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro’. Il premier Mario Draghi ha detto: ‘E’ stata una grande italiana‘. Forse è stata anche di più, come lo sono tutti coloro che diventano leggende in vita.

Nata nel 1936 a Milano, costruì la parte centrale della sua carriera studiando nella scuola di ballo della Scala, di cui poi ne diventò étoile. Figlia di un tramviere, cominciò a danzare a 10 anni alla scuola della Scala e ha tra i maestri Vera Volkova, diplomandosi nel 1954 e diventando, seguiti alcuni stage internazionali, prima ballerina tre anni dopo. Eppure l’inizio fu “per caso, su suggerimento di una coppia di amici dei genitori, che avevano un parente orchestrale appunto alla Scala di Milano. All’inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell’impegno totale mentale e fisico sino al dito mignolo” come raccontava, riferendosi al giorno in cui, affascinata dalla danza di Margot Fonteyn, aveva visto in una pausa il coreografo avvicinarsi e correggerle la posizione appunto del dito mignolo.

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Maneskin

Dopo i Maneskin cambia qualcosa? Un Italia Glocal è possibile

 

maneskin2La vittoria dei Maneskin all’Eurovision fa ancora rumore. Non solo per le sterili polemiche sulla presunta assunzione di droga in diretta da parte di Damiano, il frontman della rock band di Roma, ma proprio per la storia del gruppo. Da via del Corso alla vetta dell’Europa, è il titolo più ricorrente per i ragazzi che iniziato suonando per le strade del centro, come tanti busker del nostro paese e sono arrivati a vincere l’Eurovision Song Contest, oggi la competizione musicale più vista del mondo. Certo c’è stato Toto Cutugno 31 anni e prima ancora la grande Caterina Caselli, ma oggi le cose sono diverse. Ha detto bene Manuel Agnelli, rocker e frontman degli Afterhours – una delle miglior band degli ultimo 20 anni nel nostro paese: “Adesso cambia tutto. L’Italia non sarà più solo pizza e mandolino!”

Fu proprio Manuel Agnelli a “guidare” i Maneskin nell’edizione del talent show X Factor del 2017 e poi a portarli in finale. Poi c’è stato il Sanremo della pandemia e adesso questa vittoria che porterà lo show musicale più visto al mondo ad essere organizzato nel nostro. E dal nostro paese. Che significa? Tanto. Innanzi tutto che le strategie dell’industria culturale italiane dovrebbero essere più attente e quelle che sono le tendenze nascenti e non solo seguire filoni già ben in evidenza. Era evidente che di cloni-trapper senza qualità e differenza le playlist erano sature! Come gli show tv che oggi guardano i loro i loro magri risultati e si chiedono perché senza accorgersi che sono rimasti a strategie di spettacolo di fine millennio.

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Favino

Favino: insegnare cinema e teatro a scuola

favino“Vorrei chiedere ai ministri che ai nostri ragazzi si insegni ad usare la cinepresa e che, in questo momento in cui c’è bisogno di stare insieme, si insegnino le tecniche teatrali, perché dal cinema e dal teatro si impara tanta vita”.

Questa è la proposta di Pierfrancesco Favino, l’attore pluripremiato e più rappresentativo della sua generazione.  Una dichiarazione che sta trovando molto sostegno in tanti ambiente, anche perché non solo sono colonne della nostra cultura ma perché secondo molto esperti potrebbe essere importante a livello psicologico per i ragazzi per superare i disagi della pandemia. Una proposta che anche il Premio Ausonia trova importante.

Il grande Eduardo De Filippo diceva: Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri nella vita recitano male.

 

 

 

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Addio Franco Battiato, maestro di liberazione

battiato2Franco Battiato è morto. Il cantautore siciliano si è spento a 76 anni. L’annuncio è stato dato dalla famiglia e le esequie si terranno in forma strettamente privata. Se ne va un’artista che ha allargato i confini della canzone e dello spettacolo sin dai suoi inizi. Difficile dire quale sia la sua canzone più importante. Ognuno ha la sua. Nel cuore e nelle orecchie. Battiato è ancora vivo e lo sarà sempre, esempio limpido di come cultura, spettacolo, arte siano ciò che non ha limiti e che davvero riempie di senso e grazia le nostre vite. Mentre scrivo queste poche righe riecheggia fra le mura del mio studio “Voglio vederti danzare” che parla dei “ritmi ossessivi dei riti tribali” unendo riti sciamani, balere estive e coppie di anziani che ballano vecchi valzer viennesi. Questo è lo spettacolo, questa è l’arte, questa e la cultura: liberazione. Sono tantissime le fasi artistiche ed i sentieri che il genio della Trinacria ha percorso, riuscendo sempre a mescolarle. Impossibile dimenticare che nel 1992 Battiato fece un memorabile concerto a Bagdad esibendosi anche in arabo.
Il maestro ci ha insegnato che esistono dei confini e dei limiti e che come uomini possiamo usscire dai nostri confini, superare le forme per crearne sempre nuove attraverso i media, ala comunicazione, l’arte. Un cardine del significato di essere “umani”.
Tutti cerchiamo sempre “un centro di gravità permanente”. Forse non è possibile, ma quella ricerca è quella della liberazione.

Il Premio Ausonia saluta il maestro siciliano che rimarrà sempre con noi. Un immenso grazie e Arrivederci.

Simone Corami

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“Complimenti a mio papà che non c’è più.”

mattia torreA Mattia Torre viene consegnato il premio per la miglior sceneggiatura originale per il film “Figli” con Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi. Sua figlia Emma, ha ritirato il premio per il compianto sceneggiatore di cinema e tv, scomparso nel luglio 2019. “Dedico questo premio alla mia mamma che non si arrende mai e complimenti al mio papà che non c’è più”. Le parole di Emma hanno commosso non solo la platea dei David ma chiunque le abbia ascoltate. Mattia Torre, scomparso dopo aver lotta contro il cancro erano uno dei migliori talenti dello spettacolo italiano.

 

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Ripartire subito: all’aperto!

Reggio Calabria Arena Dello Stretto

Sono stati16 mesi di agonia per gli operatori dello spettacolo e della cultura, ma adesso sono pronti a ripartire.

Per farlo è necessario sfruttare la “bella stagione che è già presente e soprattutto gli spazi all’aperto. Il primo giorno di “zona gialla” rappresenta una speranza per l’imminente futuro. Gli italiani sono stanchi delle limitazioni imposte dall’ancora importante diffusione del virus ma, pur con i dovuti accorgimenti, sono pronti a provare l’ebbrezza della normalità. Con il cambio di colore anche in Calabria, non riprende soltanto l’attività di bar e ristoranti (consumazioni consentite solo all’esterno dei locali e fino alle 22) ma si dà anche una boccata d’ossigeno al mondo della cultura. Il primo giorno di “zona gialla” rappresenta una speranza per l’imminente futuro. Siamo tutti stanchi delle limitazioni imposte dall’ancora importante diffusione del virus ma, pur con i dovuti accorgimenti, sono pronti a provare l’ebbrezza della normalità grazie anche alla campagna vaccinale che sta andando avanti.

 

 

 

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Ricordando Marlene, la diva che sfidò Hitler

marlene1La parola Diva si coniuga perfettamente con Marlene, Marlene Dietrich, la star. Adottata dagli Stati Uniti ma nata a Berlino, se ne andava a novant’anni compiuti il 6 maggio 1992. Durante il nazismo aveva lasciato la Germania e condotto una fierissima opposizione al regime hitleriano attraverso i suoi spettacoli e non solo tanto da guadagnarsi, prima donna, la Medal of Freedom.
Il 6 maggio del 1992 muore a Parigi Marlene Dietrich, fra le più note icone del mondo cinematografico della prima metà del Novecento. Nata probabilmente il 27 dicembre 1901 (più volte lei dirà di essere venuta al mondo nel 1904) a Schöneberg in Germania e profondamente legata alla sua identità tedesca ma trasferitasi negli Stati Uniti, Marlene sarà una profonda oppositrice del regime nazista, opposizione che renderà più volte esplicita anche accompagnando le truppe alleate con le proprie esibizioni nel corso di tour organizzati per tenere alto il morale dei soldati, prima negli Stati Uniti (nel 1942-43), e poi in diversi fronti di guerra (Algeria, Francia, Italia, Regno Unito), tra il 1944 e il 1945.

 

È il tempo di “Lili Marlene”, la canzone che l’avrebbe accompagnata per il resto della sua vita. Goebbels arriverà addirittura a proibirne la trasmissione per radio, ma dovrà fare marcia indietro per le proteste dei militari, di ogni grado, dislocati nei fronti di guerra. I soldati tedeschi la cantano da una parte, i soldati americani dall’altra, un’unica canzone, ciascuno nella propria lingua.

 

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