Sono stati16 mesi di agonia per gli operatori dello spettacolo e della cultura, ma adesso sono pronti a ripartire.
Per farlo è necessario sfruttare la “bella stagione che è già presente e soprattutto gli spazi all’aperto. Il primo giorno di “zona gialla” rappresenta una speranza per l’imminente futuro. Gli italiani sono stanchi delle limitazioni imposte dall’ancora importante diffusione del virus ma, pur con i dovuti accorgimenti, sono pronti a provare l’ebbrezza della normalità. Con il cambio di colore anche in Calabria, non riprende soltanto l’attività di bar e ristoranti (consumazioni consentite solo all’esterno dei locali e fino alle 22) ma si dà anche una boccata d’ossigeno al mondo della cultura. Il primo giorno di “zona gialla” rappresenta una speranza per l’imminente futuro. Siamo tutti stanchi delle limitazioni imposte dall’ancora importante diffusione del virus ma, pur con i dovuti accorgimenti, sono pronti a provare l’ebbrezza della normalità grazie anche alla campagna vaccinale che sta andando avanti.
Cosa si può fare
Riaprono al pubblico in zona gialla cinema, teatri, sale concerto, live club. È necessario che ci siano posti a sedere preassegnati e una distanza di un metro l’uno dall’altro. La capienza massima consentita è del 50% di quella massima autorizzata e comunque non superiore a 500 spettatori al chiuso e 1000 all’aperto. In relazione all’andamento epidemiologico e alle caratteristiche dei siti, si potrà autorizzare la presenza anche di un numero maggiore di spettatori all’aperto, nel rispetto delle indicazioni del Cts e delle linee guida.
Il Premio Ausonia condivide le parole di Peppe Piromalli, direttore artistico dell’Officine dell’Arte, che da ben 15 anni è alla guida del Reggio Calabra Film Fest:
“E’ da 16 mesi che siamo relegati a non fare nulla. Però questo inizio di zona gialla, insieme alla campagna di vaccinazione che deve continuare a spron battuto, ci dà la possibilità di guardare al futuro con un po’ più di rosa all’interno di questa Italia colorata”. La politica deve comprendere e capire non solo le esigenze del settore della cultura e dello spettacolo ma anche quelle della gente. Inoltre se ci saranno manifestazioni ben organizzate sarà anche più facile la gestione delle norme anti-covid ed evitare gli assembramenti. Si deve può pensare a programmare attività come Musaba, ilParco Museo Laboratorio che si trova a Mammola in provincia di Reggio Calabria, sul promontorio Santa Barbara, sui ruderi dell’antico complesso monastico certosino risalenti al quarto secolo e dell’ex stazione ferroviaria. I fondatori sono Nik Spatari e Hiske Maas, due artisti che hanno visto in quel luogo un grande potenziale. E soprattutto la possibilità di creare un “luogo integrale, di una cultura incarnata nell’ambiente, di una creatività scritta sulla terra”. Il Musaba rappresenta l’equilibro perfetto tra arte, architettura e paesaggio. Tutta le province calabresi, da Cosenza a Reggio, si stanno organizzando per cercare di offrire nuovi spazi al mondo della cultura e dello spettacolo.